Filtrazione

Sono molti i media filtranti che vengono adoperati a livello industriale, Imar spa è dotata di un magazzino molto ben rifornito con le diverse tipologie e una gamma di macchinari per raggiungere, a partire dal blocco della materia prima, la forma desiderata; vediamoli un po’ nel dettaglio.

Poliuretani espansi reticolati

Il poliuretano espanso ha una struttura di cellule affiancate che si presta a molteplici applicazioni, a seconda che se ne sfruttino le proprietà elastiche, meccaniche, isolanti, assorbenti o semplicemente la loro forma e dimensione.

In modo particolare sono state studiate formulazioni che permettono di avere una dimensione della cellula calibrata e controllata, in modo da ottenere materiali relativamente omogenei (nel campo dei materiali espansi una certa variabilità deve sempre essere messa in conto); abbiamo quindi schiume caratterizzate da una cellula estremamente grande, circa 5 millimetri nel diametro maggiore, ed altri che invece misurano appena 0,5 millimetri nel diametro maggiore.

Un processo termico effettuato sul blocco già formato e stabilizzato, permette di “fondere” le pareti che normalmente chiudono parzialmente le cellule dei poliuretani tradizionali, lasciando solo il reticolo; il materiale diventa quindi perfettamente permeabile ai fluidi, siano essi gas (aria) o liquidi, che lo possono attraversare liberamente con il solo vincolo della dimensione della cellula (per i liquidi è necessario quindi tenere conto della tensione superficiale).

A questo punto dobbiamo distinguere le due grandi famiglie che costituiscono i poliuretani, quelle a base etere e quelle a base estere, a seconda dei polioli utilizzati nella formulazione del materiale.

 

I poliuretani base etere non sono soggetti ad idrolisi e possono quindi essere immersi in acqua per un tempo molto lungo senza subire degradazioni chimiche e rilasciare componenti; vengono utilizzati per la filtrazione dell’acqua e in particolare per gli acquari.

I poliuretani a base estere sono invece soggetti ad idrolisi, ma hanno una maggiore resistenza ad altri elementi chimici, hanno in genere migliori proprietà meccaniche come la resistenza allo strappo e all’abrasione, permettono di raggiungere cellulazioni più sottili ed hanno una gamma di prodotti a ritardata combustione che superano il test MVSS 302; vengono quindi normalmente utilizzati per la filtrazione dell’aria (elettrodomestici, automotive sono ad esempio i campi principali di applicazione).

I blocchi dei poliuretani filtranti non sono molto grandi, al massimo mm.2000x1500x500, e si prestano a molteplici lavorazioni, quali ad esempio lastratura, sagomatura, fustellatura e fresatura; possono poi essere assemblati tramite incollaggi, cuciture o saldature in modo tale da ottenere un prodotto finito complesso.

Fibre e tessuti non tessuti

Si tratta di prodotti che vengono generati a partire da fibre, PET o poliestere in gran parte, che vengono stese su un tappeto in movimento e fissate tra loro.

Le stesure sul tappeto possono essere molteplici, in modo da formare uno strato più o meno spesso, mentre il legame tra le fibre può essere fornito da una resina sintetica (resinati) oppure da un procedimento termico per cui una delle fibre che compongono la falda passando in un forno a temperatura controllata si piega ed aderisce alle altre (termolegati).

La falda così otenuta può subire un processo finale di agugliatura, che infittisce le fibre da uno o entrambi i lati, abbassando lo spessore di partenza.

A seconda della quantità e tipologia del materiale impiegato, dal metodo utilizzato, dalla danaratura (diametro di ogni singola fibra) di partenza delle fibre e dalla agugliatura si ottengono quindi una moltitudine di prodotti che si prestano alle più diverse applicazioni, dall’abbigliamento, l’imbottitura di cuscini e divani, e naturalmente alla filtrazione più o meno raffinata di aria ed acqua.

Il materiale si presenta generalmente in rotoli e puà essere tagliato, fustellato e cucito o incollato.